
Cocullo…
… è un’eccezione. Con le sue poche centinaia di abitanti continua a resistere all’oblio e alla scomparsa, sorte che tocca un sempre maggior numero di piccoli paesi della nostra penisola.
… è una sfumatura. Tra passato e futuro vive in un presente che sembra immobile, tra tradizioni, abitudini e antichi valori; ma senza rinunciare alle comodità odierne (autostrada, ferrovia e le più moderne e veloci connessioni internet) e guardando avanti, con il parco eolico di recente costruzione.
… è un rifugio. Un’oasi incontaminata dallo smog, dalla frenesia e dallo stress, dagli obblighi e dalle costrizioni della vita di città. Una via di fuga immersa nella natura, verde d’estate e bianca d’inverno, alle porte del Parco Nazionale d’Abruzzo.
… è un rituale. Una scoperta che si rinnova e che si ripete anno dopo anno, che nel suo giorno più importante attira una media di 20.000 turisti, con una punta di 50.000 nell’anno 2008. Un evento di importanza religiosa e antropologica tale da essere testimoniata da articoli sul New York Times e sulla Bild, da servizi su televisioni giapponesi, francesi e tedesche, che in generale stimola la curiosità e la partecipazione di studiosi, fedeli, studenti e giornalisti di tutte le parti del mondo. Non a caso il rito di San Domenico Abate con la processione dei serpari è notoriamente uno degli avvenimenti a carattere religioso che più identificano l’Italia all’estero.
… è un’emozione. Un ricordo tangibile e reale della vita dell’uomo in simbiosi con la natura.
… è un ritratto. Una foto in bianco e nero di un borgo antico e affascinante che prende vita e colore ai giorni nostri.
(Si ringrazia Franca Palermo per l’opera di traduzione in Inglese del sito)